Table of contents
- Spiegazione del metodo del percorso critico
- Storia dell’analisi del percorso critico
- Come funziona la gestione dei progetti tramite il percorso critico?
- Vantaggi del metodo del percorso critico
- Il metodo del percorso critico è adatto alle mie esigenze?
- Utilizzo del metodo del percorso critico nel team
- Considerazioni finali
Spiegazione del metodo del percorso critico
Quando si gestiscono progetti complessi, caratterizzati da scadenze in continua evoluzione, può essere difficile rispettare le tempistiche e il budget. Esiste un’ampia gamma di strumenti di gestione dei progetti che possono aiutarti a raggiungere questi obiettivi, uno di questi è il metodo del percorso critico (CPM, Critical Path Method).
Di cosa si tratta esattamente?
Il metodo CPM è una tecnica di creazione dei progetti che puoi utilizzare per analizzare, pianificare e programmare progetti complessi. Fondamentalmente, il metodo del percorso critico richiede che vengano elencate le attività da completare per finalizzare un progetto, la durata di ogni attività e le dipendenze tra queste.
Il percorso critico in sé costituisce il periodo di tempo più lungo necessario per completare il progetto nel suo complesso, fornendo informazioni dettagliate su come strutturare al meglio la pianificazione del progetto per garantire che venga consegnato in tempo e al minimo costo. In parole povere, il metodo del percorso critico ti aiuta a comprendere la tempistica ottimale per il completamento del progetto.
Storia dell’analisi del percorso critico
Il metodo del percorso critico fu sviluppato verso la fine degli anni ’50 da James E. Kelley di Remington Rand e Morgan R. Walker di DuPont. Questi stavano cercando di trovare un modo per ridurre i costi associati agli arresti e ai riavvii degli impianti causati da una programmazione inefficiente. Scoprirono che potevano essere evitati i costi in eccesso garantendo che le attività giuste fossero eseguite al momento più opportuno, invece di saturare il problema con manodopera aggiuntiva.
Kelley e Walker pubblicarono un documento sulla loro ricerca nel 1959, sebbene DuPont si sia allontanato dalla tecnica in seguito al cambio del team di gestione dedicato alla sua realizzazione. Nello stesso periodo, la marina statunitense e Booz Allen Hamilton svilupparono una tecnica simile denominata PERT (Program Evaluation and Review Technique), da cui ha avuto origine il termine “percorso critico”. Infatti, l’analisi del percorso critico trova le sue origini in alcune tecniche di DuPont risalenti ai primi anni ’40, che hanno contribuito al successo del progetto Manhattan.
Sebbene l’interesse di DuPont nei confronti del metodo del percorso critico fosse diminuito agli inizi degli anni ’60, un paio di società iniziarono a usarlo per supervisionare grandi progetti, tra cui Mauchly Associates e Catalytic Construction. Inizialmente, l’utilizzo di questo metodo prevedeva l’accesso a computer mainframe ingombranti e specializzati. Di conseguenza, il costo della gestione dei progetti tramite il metodo del percorso critico costituiva un ostacolo significativo. Tuttavia, dopo la rivoluzione dei PC e le innovazioni nell’hardware e nel software dei computer che hanno reso possibile la gestione della pianificazione su un normale computer desktop, l’uso del percorso critico è diventato molto più diffuso.
Come funziona la gestione dei progetti tramite il percorso critico?
La prima fase del metodo del percorso critico si compone di cinque passaggi fondamentali. Ecco come funzionano nel dettaglio:
1. Elencare tutte le attività
Per prima cosa, dovrai elencare tutti i compiti e le attività necessarie per il completamento del progetto in una struttura di scomposizione del lavoro (WBS, Work Breakdown Structure). Dovrebbero essere incluse solo le attività fondamentali e generali (senza considerare i dettali specifici), per evitare che la gestione dell’analisi del percorso critico diventi troppo complessa in presenza di una panoramica dettagliata di tutte le attività.
2. Calcolare la durata di ogni attività
In secondo luogo, dovrai calcolare il tempo massimo necessario per completare ogni attività del percorso critico. Naturalmente, la durata di un’attività si baserà su una stima, quindi la tua esperienza personale e le conoscenze dei colleghi saranno fondamentali per effettuare una previsione ponderata. Sarà inoltre necessario elencare ogni attività considerando come data di inizio la prima data utile e come data di fine una data che consenta di rispettare la scadenza dell’attività.
3. Stabilire le dipendenze tra le attività
Successivamente, dovresti raccogliere qualsiasi dipendenza tra le attività, in cui la prima attività o l’attività precedente determini la data di avvio di quella successiva. Per identificare le attività dipendenti del tuo progetto, poniti le seguenti domande quando elenchi le attività:
Quale attività deve essere completata prima che questa attività possa iniziare?
Quale attività dovrebbe verificarsi immediatamente dopo?
Quale attività dovrebbe terminare contemporaneamente a questa?
4. Annotare le tappe fondamentali del progetto
Infine, è importante prendere nota delle principali tappe del progetto, nonché dei risultati attesi.
5. Costruire un modello
Una volta raccolti tutti questi dati, sarà necessario creare un modello per visualizzare le attività del progetto. Sono disponibili diversi modelli, da semplici grafici e diagrammi di rete ai diagrammi di Gantt. Tramite i modelli sarà possibile delineare il percorso critico del progetto stesso. Un piccolo promemoria: si tratta del percorso più lungo delle attività pianificate fino al termine del progetto, come anche delle tempistiche/date (da quelle più ottimistiche a quelle più pessimistiche) che ogni attività dovrà seguire per rispettare le scadenze del progetto. In questo modo, si avrà un’idea chiara delle tempistiche più lunghe di completamento del progetto.
Dopo aver elaborato il percorso critico, sarà possibile identificare quali elementi siano “attività critiche” e quali siano più “flessibili” (ovvero che possono essere protratti senza ritardare il progetto). Puoi usare queste informazioni per un rapido monitoraggio dei tempi di avvio di determinate attività, riducendo, se del caso, le tempistiche del progetto e gestendo in modo più efficace i limiti delle risorse.
Vantaggi del metodo del percorso critico
I vantaggi associati alla gestione dei progetti tramite il metodo del percorso critico sono molteplici. Innanzitutto, consente ai project manager di identificare le attività più importanti nell’ambito del progetto. Qualora una delle attività del percorso critico iniziasse in ritardo o richiedesse più tempo del previsto, ne risentirebbe tutto il progetto. Per questo motivo, è utile che i project manager dispongano di un piano che identifichi le attività a cui assegnare la massima priorità. L’analisi del percorso critico mira proprio a ridurre le tempistiche dei progetti. Dopo aver condotto l’analisi, sarà possibile identificare le attività la cui durata può essere ridotta.
Inoltre, la gestione dei progetti tramite percorso critico può agevolare il processo di valutazione dei rischi. Una volta stabilite le dipendenze tra le attività, sarà relativamente semplice identificare l’effetto di una scadenza non rispettata sul risultato atteso. Inoltre, l’analisi del percorso critico fornisce ai project manager l’ambito necessario per misurare i progressi effettivi del progetto rispetto alle previsioni. Monitorando i risultati rispetto allo scenario di riferimento originale, sarà possibile identificare le inefficienze e adottare le misure necessarie per eliminarle dal flusso di lavoro.
Il metodo del percorso critico è adatto alle mie esigenze?
L’analisi del percorso critico può essere usata praticamente per qualsiasi tipologia di progetto, tra cui ricerca, progettazione, sviluppo di prodotti, sviluppo di software, edilizia e così via. Il metodo del percorso critico potrebbe essere appropriato qualora:
Le attività del progetto fossero ben definite e, una volta terminate, comportassero il completamento del progetto.
Le attività del progetto fossero ordinate e dovessero essere completate in sequenza. Ad esempio, i materiali necessari per un progetto edilizio dovranno essere forniti prima di avviare la costruzione.
Le attività del progetto potessero essere interrotte e avviate autonomamente entro una data sequenza (senza contare le attività continuative del processo, come la raffinazione del petrolio).
È evidente quanto la gestione dei progetti tramite il metodo del percorso critico si possa adattare a una vasta gamma di settori e progetti. Non è necessario adottare questo metodo completamente per sfruttare appieno i suoi vantaggi, ma, qualora un elemento del metodo si rivelasse utile, sarebbe opportuno integrarlo nel processo di gestione del progetto. In ultima analisi, l’adattabilità rappresenta una delle qualità chiave di un project manager di successo.
Utilizzo del metodo del percorso critico nel team
Dopo aver acquisito alcune nozioni sul metodo del percorso critico, sarebbe opportuno pensare a come poterlo usare nella propria organizzazione. Ad esempio, Dropbox Paper può aiutare a gestire la roadmap delle attività da un’unica posizione per favorire una gestione ottimale del progetto tramite il percorso critico.
Per prima cosa, utilizza il modello di pianificazione del progetto per guidare i membri del team attraverso ogni sua fase, quindi delega le attività ai membri del team appropriati, crea elenchi attività per garantire che venga rispettata la tabella di marcia del progetto e usa gli strumenti di gestione delle attività per avere una prospettiva generale sulle attività assegnate al team.
Considerazioni finali
In definitiva, il metodo del percorso critico garantisce chiarezza, offrendo una rappresentazione visiva dell’intero flusso di lavoro del progetto, dall’inizio alla fine. Identificando il “percorso critico” è possibile garantire che le risorse siano allocate alle attività più importanti e ottimizzare la velocità di completamento e consegna dei progetti critici.